por Guido Olimpio
La tv palestinese Al Aqsa, vicina alle posizioni di Hamas, ha diffuso l’intervista ai due figli di Rim Al Riyashi, una donna kamikaze palestinese che si è fatta saltare per aria nel 2004 al posto di confine tra Gaza e Israele. Cinque le vittime dell’attentato. Nel servizio televisivo i bambini Dohah e Mohammed sono invitati da un giornalista a recitare poesie che inneggiano al martirio, definiscono la loro mamma «una bomba di fuoco». I piccoli sorridono, ovviamente non si rendono conto del significato delle parole, sembra che giochino. Il filmato, rilanciato dall’istituto di ricerche israeliano Memri, è una rappresentazione della propaganda e dell’uso dei più piccoli da parte di movimenti radicali. L’azione suicida è vista come un gesto positivo, come qualcosa di naturale. E colpisce vedere come i figli di Rim siano in grado di dire quanti «ebrei ha ucciso» la madre. In passato a Hebron o Nablus, città palestinesi dalle quali sono partiti molti kamikaze, si vendono figurine con i volti dei «martiri»: dal semplice guerrigliero all’uomo bomba. Una degli effetti più devastanti dell’intifada è stato quello di alimentare nella società palestinese la cultura della morte e del martirio. Una realtà abilmente sfruttata da gruppi come Hamas o la Jihad per spingere altri seguaci sulla sua stessa via. A prescidere dalla loro età. In nome della causa si può sacrificare una donna come un bimbo.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/03_Marzo/22/video_tv_hamas.shtml
JPTF 2007/03/23
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